Giuseppe era un falegname. La sua casa e la sua falegnameria erano aNazareth, ma là non c’era abbastanza lavoro per lui e così molto spesso doveva recarsi altrove, dove la gente aveva bisogno di lui.
Se qualcuno voleva costruirsi una casa, chiamava Giuseppe il falegname per costruire le travi del tetto, installare le cornici delle porte e delle finestre, o aiutarlo a fare armadi,sedie, tavoli e letti.
Giuseppe era spesso lontano da casa. Maria, che teneva in ordine la sua casa, doveva sempre aspettare il suo ritorno.
Una sera, Maria era inginocchiata a pregare tutta sola nella sua stanza
All’improvviso ella vide di fronte a sé un angelo che le disse: “Salute a te, o piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta da Lui, da te nascerà un figlio e tu lo chiamerai Gesù.”
Maria si turbò e disse: “Come può essere ciò? Io sono soltanto fidanzata a Giuseppe.”“Non temere, Maria – le disse l’angelo – Dio stesso è il padre del tuo bambino perciò egli sarà chiamato Figlio di Dio. Vedi, anche tua cugina Elisabetta aspetta un bambino sebbene sia molto vecchia e il popolo dica che non potrà più avere figli. Ma con Dio tutto è possibile.”
Maria si sentì ricolma di gioia e disse: “Io sono l’ancella del Signore, che mi avvenga quello che tu mi hai detto”. E l’angelo si allontanò da lei.
Poco dopo Giuseppe rientrò a casa e Maria gli raccontò ogni cosa che l’angelo le aveva detto. Giuseppe era sconcertato. Egli pensava: “La gente non crederà che Dio è il padre di questo bambino. Tutti rideranno di noi e metteranno Maria in ridicolo”. Egli si sentiva turbato e quando venne la notte non poté né dormire né restare più a lungo nella casa. Si alzò, andò nella stalla, prese l’asino e uscì segretamente.
Cavalcò lungo uno stretto sentiero ai margini di un campo. Tutto a un tratto l’asino si bloccò e non volle più proseguire. Giuseppe gli parlò gentilmente, ma esso rimase immobile. Giuseppe lo spronò e gli parlò ancora una volta.
Allora l’asino abbandonò il sentiero e, muovendosi in un semicerchio sul campo, raggiunse di nuovo il sentiero un po’ più oltre. Giuseppe si chiedeva:
“Che cosa mai sta succedendo a quest’asino? Non è normalmente così ostinato!”
Dopo breve tempo l’asino rifiutò di nuovo di proseguire. Questo accadde di nuovo per la terza volta. “Che faccenda è mai questa?” si chiedeva
Giuseppe. “Perché non mi obbedisce e continua a fare queste inutili deviazioni? Forse io ho fatto male a lasciare Maria da sola di notte. Ora ritornerò e pregherò Dio e gli chiederò che cosa devo fare”.
Ora sul sentiero, l’asino si era trovato di fronte un angelo che non voleva lasciarlo passare. Questa era la ragione per cui esso aveva rifiutato di muoversi. Ma siccome Giuseppe aveva insistito così tanto perché proseguisse, egli aveva dovuto eseguire una giro attorno all’angelo. L’angelo si era posto tre volte di fronte a Giuseppe ma Giuseppe non lo aveva notato.
Dopo aver riportato l’asino nella stalla, Giuseppe ritornò nel suo letto e poté finalmente dormire in pace.
L’angelo tornò ancora una volta. Egli andò prima di tutto nella stalla e parlò all’asino: “Poiché tu sei stato capace di vedermi e poiché tu sei stato battuto e rimproverato a causa mia, tu sperimenterai una grande gioia. Durante l’inverno che sta per arrivare, tu sarai presente quando il figlio di Dio verrà sulla terra. Ci sarà un freddo gelido per gli esseri umani, ma tu potrai dare al bambino il tuo calore”. Ora l’asino possedeva un segreto!
L’angelo apparve poi in sogno a Giuseppe e gli disse: “Giuseppe, accetta Maria come moglie e come madre del tuo bambino. Lo spirito di Dio gli ha dato vita nel suo grembo e quando sarà nato tu lo chiamerai Gesù. Egli sarà il salvatore di tutti gli uomini”. Quando Giuseppe si svegliò dal sonno, fece tutto ciò che l’angelo aveva detto e pensò fra sé: “Che buona cosa che l’asino sia stato così ostinato! Altrimenti io non sarei tornato e avrei mancato contro Dio”.
Egli andò nella stalla, diede all’asino una bella quantità di fieno, più del solito, e lo ringraziò. L’asino se lo gustò davvero e pensò fra sé: “Se solo tu sapessi che segreto nascondo!”
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