mercoledì 25 gennaio 2023

Nel riordino delle librerie di famiglia... la sezione ,come dire,alchmeica... prima parte

Il simbolismo iniziatico delle fiabe di magia - Gianfranco Ersoch - copertina


Il simbolismo iniziatico delle fiabe di magia

di Gianfranco Ersoch


"Il simbolismo della fiaba è stato uno dei temi di maggiore ricerca di Gianfranco Ersoch. Questo è un testo importante in cui vengono confrontate discusse e spesso contestate le tesi di Propp e Campbell.
Ersoch entra nella mito-simbologia e nell’ermetismo implicito della fiaba arcaica, e ne scopre i sottili segreti dove il percorso magico allude esplicitamente al cammino filosofico ed iniziatico dei protagonisti."



lunedì 23 gennaio 2023

nel riordino delle librerie di famiglia Oltre Gramsci? / prefazione di Corrado Belci Roma : Cinque Lune, copyr. 1977


LS- OLTRE GRAMSCI? - BELCI - CINQUE LUNE - ORIENTAMENTI 27 -- 1977 - B - ZTS178 - Foto 1 di 1


Sono qui raccolte le interviste di un dibattito  che, a cura di Domenico Sassoli, il Popolo quotidiano della DC ha pubblicato  dal 27 gennaio 1977 all'8 Marzo 1977


1) Intervista con Giorgio Amendola

2) Intervista con  Gabriele De Rosa

3) intervista con Massimo L Salvadori

4) intervista con Giuseppe Tamburrano

5) intervista con Aldo Garosci

6) intervista con Renzo De Felice

7) intervista con Augusto Del Noce

8) intervista con Giuseppe DeRita

9) Intervista con Luigi Pedrazzi

10)intervista con Luciano Pellicani

11) intervista con Leopoldo Elia














domenica 22 gennaio 2023

Riordinando le librerie di famigla--SORPRESA!!! ANNO 1977



Comunicato urgente contro lo spreco--
1 gennaio 1977. di Comune Zamorana (Autore)

Comunicato urgente contro lo spreco Ecologia Comune Zamorana Nuovi contributi per una rivoluzione anarchica Catania: Anarchismo


"una denuncia contro lo spreco. Contro lo spreco della merce e di noi stessi e di noi stessi trasformati in merce. (il testo dell'ala creativa dell'anarchismo spagnolo ) 
prima edizione Parigi  da giugno ad ottobre del 1972



mercoledì 18 gennaio 2023

Dalle Librerie di Famiglia- La sezione Testi di "destra". prima parte







Cau, Jean. *

Le scuderie dell’Occidente Trattato di morale

Anno pubblicazione: 1973

Editore: Volpe


*Jean Cau (1925-1993), Prix Goncourt a 36 anni, è stato scrittore, giornalista e sceneggiatore francese. Segretario di Jean-Paul Sartre, si è via via allontanato dallo schieramento progressista per avvicinarsi a posizioni anticonformiste.


***

*Fu uno scrittore francese nato a Carcassonne nel sud della Francia, dove visse estati torride e inverni di vento violento, poi partì per Parigi «con una valigetta in legno e l’accento della mia terra», studiò filosofia «che spero di aver dimenticata» e lavorò da giornalista e scrittore con registi, ballerini, coreografi, attori e toreri. Morì il 18 giugno del 1993, giusto vent’anni fa.


Si chiamava Jean Cau, era stato segretario personale di Sartre per dieci anni, «facevo parte dei reparti d’assalto dell’intelligenza di sinistra», insignito da giovane del premio Goncourt per il suo libro La pietà di Dio (tradotto nel 1961 da Mondadori). Ma un giorno, tornando dalla guerra d’Algeria, si convertì all’onore e alla tradizione. Combatté contro la decadenza della Francia e dell’Europa, schiacciata tra l’americanizzazione e il comunismo sovietico, avversò il ’68. Gli estremi del degrado erano per lui la gioventù drogata e la tecnocrazia al potere.


Da allora Jean Cau diventò quel Cavaliere solitario e in disparte, dannato all’inferno e alla morte civile. Scrisse opere taglienti, come Il Papa è morto e Le Scuderie dell’Occidente, pubblicate in Italia da Volpe, e celebrò la corrida in un celebre libro, Toro (edito in Italia da Longanesi) dedicato ai suoi amici matadores, banderilleros e picadores.


Non mancò di scrivere un ardito elogio del Che (Passione per Che Guevara, Vallecchi, 2004), che esaltò come un Comandante intrepido, un artista, insomma un Cavaliere che sfida la morte e il diavolo. Per lui, il Che andò a cercar la bella morte: «Ci sono mille modi di suicidarsi. Balzac scelse il caffè, Verlaine l’assenzio, Rimbaud l’Etiopia, l’Occidente la democrazia, e Guevara la giungla».


https://www.marcelloveneziani.com/ritratti/rcosi-il-cavaliere-di-durer-divento-l-icona-eroica-della-destra-nobile-e-perduta/


***

non c’è morale, oggi; c’è un moralismo che brancola e brulica dappertutto.”


«I miei avi, non ne dubito, sono contadini fin dalla notte dei tempi, e la nobiltà del mio ceppo e della mia razza sta in ciò, che non abbiamo mai acquistato né venduto nulla»


dove siano i veri ancoraggi  e i veri porti…

In Occidente è venuta a dominare, incontrastata, la morale degli schiavi: «Essa è stata amplificata, nel secondo dopoguerra, dal novum per eccellenza: il rischio dell’autoestinzione dell’umanità, determinato da un possibile conflitto nucleare» 


«Nel panico della pace continua, sento magnificare la religione del piacere […] Se il piacere non è anche avventura di tutto il mio essere, io lo rifiuto» 


"a esclusivo vantaggio della divinizzazione del consumo» 


«pensare l’opposto dell’opinione prevalente» 

 “pensare l’opposto. E dopo tutto che conta se l’avvenire ci dà torto.”

C’è nel loro sguardo la repellente, floscia amabilità del venditore che si augura di rifilarvi un paio di scarpe»

“milioni di uomini  vorrebbero credere, ma non sanno  in quali dèi e secondo le tavole  di che religione e di che legge.

***

opera del 1973, incisiva, lapidaria, lucida e pungente nel biasimare un sistema educativo che non sa  vietare. Con ciò si ha la certezza di ritrovarsi al centro del pensiero anti-conformista, in un riflettere che smaschera le incoerenze della libertà, ossia il suo eccesso contemporaneo che “renderà impossibile la libertà"

https://www.barbadillo.it/91491-libri-jean-cau-elogio-dellessere-reazionario/

martedì 17 gennaio 2023

Dalle Librerie di Famiglia --Gilles Deleuze Pourparler(prima pubblicazione anno 1990)




Gilles Deleuze

Pourparler
Traduzione di Stefano Verdicchio
Edizioni Quodlibet 2019

         
IL LIBRO
Perché riunire testi di conversazioni che abbracciano quasi l’arco di venti anni? Capita a volte che dei pourparler durino tanto a lungo che non si sa più se facciano ancora parte della guerra o già della pace. Se è vero che la filosofia è inseparabile da una certa qual collera contro l’epoca, è anche vero che essa ci procura una certa serenità. Nondimeno la filosofia non è una Potenza. Le religioni, gli Stati, il capitalismo, la scienza, il diritto, l’opinione pubblica, la televisione sono delle potenze, non la filosofia. La filosofia può conoscere grandi battaglie interne (idealismo-realismo, ecc.), ma sono battaglie da ridere. Non essendo una potenza, la filosofia non può ingaggiare battaglia con le potenze; contro di loro conduce semmai una guerra senza battaglie, una guerriglia. Non può dialogare con loro, non ha nulla da dire, nulla da comunicare, può solo avviare dei pourparler. Poiché le potenze non si accontentano di rimanere esteriori, ma penetrano anche in ciascuno di noi, grazie alla filosofia ciascuno di noi si trova incessantemente in pourparler e in guerriglia con se stesso.

INDICE
I. Da L’anti-Edipo a Mille piani

Lettera a un critico severo
Conversazione su L’anti-Edipo (con Félix Guattari)
Conversazione su Mille piani

II. Film

Tre domande su Six fois deux (Godard)
Su L’immagine-movimento
Su L’immagine-tempo
Dubbi sull’immaginario
Lettera a Serge Daney: ottimismo, pessimismo e viaggio

III. Michel Foucault

Fendere le cose, fendere le parole
La vita come opera d’arte
Un ritratto di Foucault

IV. Filosofia

Gli intercessori
Sulla filosofia
Su Leibniz
Lettera a Réda Bensmaïa su Spinoza

V. Politica

Controllo e divenire
Poscritto sulle società di controllo


Dalla sezione V  Proscritto sulla società di controllo
sta in 



citazione da pagina 235

Siamo in una crisi generalizzata di tutti gli ambienti di internamento, carcere, ospedale, fabbrica, scuola, famiglia. La famiglia è un “interno” in crisi come ogni altro interno, scolastico, professionale, ecc. I ministri competenti non fanno che annunciare delle riforme ritenute necessarie. Riformare la scuola, riformare l’industria, l’ospedale, l’esercito, il carcere; ciascuno sa però che queste istituzioni sono finite, sono a più o meno breve scadenza. Si tratta unicamente di gestire la loro agonia e di tenere occupata la gente fino all’insediamento delle nuove forze che bussano alla porta. Sono le società di controllo che stanno sostituendo le società disciplinari. “Controllo” è il nome che Burroughs propone per designare il nuovo mostro e che Foucault riconosce come il nostro prossimo avvenire. Paulo Virilio continua ad analizzare le forme di controllo ultrarapide all'aria aperta che sostiiuiscono le vecchie discipline operanti nella durata di un sistema chiuso. Non è il caso di chiamare in causa le incredibili produzioni farmaceutiche, le formazioni nucleari, le manipolazioni genetiche, benché destinate a intervenire nel nuovo processo. Non è il caso di chiedersi quale sia il regime più duro o più tollerabile, dal momento che in ognuno di essi si intrecciano liberazioni e asservimenti Per esempio, nella crisi dell'ospedale come ambiente di internamento, la settorializzazione,il day hospital, l'assistenza a domicilio possono possono si segnare della nuove libertà, ma anche  partecipare a meccanismi di controllo che non hanno nulla da invidiare alle forme di internamento più duro. Non è il caso né di avere paura né di sperare, bisogna cercare nuove armi.

articolo di recensione in

Dalle Librerie di Famiglia . Libertà e Legge




LIBERTA E LEGGE: MEDITAZIONI BIBLICHE SULLA LIBERTÀ E SULLA LEGGE

GIJSBERTUS BOUWMAN- SVD - Bompiani 1970








CONCLUSIONE

Tuttavia,per l'ebreo Paolo, rimane un enigma conturbante che il Figlio di Dio, il Messia promesso,venga posto in croce. Per rendere questo enigma in qualche modo accettabile ai giudei di quei tempi, la Chiesa dell'inizio si è appellata alla Scritura: doveva essere così. Ed è anche per questo che la teoria di Paolo sul valore redentivo della croce fa un'impressione così forzata.
In ultima analisi egli tenta di spiegare qualcosa  che in fondo rimarrà sempre un mistero,come ogni sofferenza è un enigma. MA NON E' QUESTA LA LIETA NOVELLA. La Parola Liberatrice di Gesù Cristo ha scritto noi nel palmo delle sue mani e i nostri peccati nella sabbia




venerdì 13 gennaio 2023

Nel riordino delle librerie di famiglia -- Marxisti antimoderni











Ma là dov’è pericolo,
cresce anche ciò
che salva.

Wo aber Gefahr ist, wächst Das Rettende auch.
Friedrich Hölderlin

Questa raccolta di brani nasce dalla serie omonima di numeri del Covile dedicata ad autori di
area marxista accomunati da una visione critica
della modernità e, in maniera meno omogenea, anche della tecnica. Visione esito di una lettura di Marx opposta a
quella consueta, ma non certo illegittima.
 Più esplicitamente, se l’interpretazione progressista del pensiero marxiano oggi chiamata accelerazionista
(che approda ad una,
non dichiarata, identificazione tra comunismo e capitalismo, il quale va quindi accelerato collaborando alla sua
universale opera dissolvitrice) corrisponde al contenuto
della maggioranza quantitativa degli scritti di Marx, tuttavia la sua critica del valore resta imprescindibile per chi
voglia cercare le radici delle mostruose, antiumane, derive
della modernità. Solo vicino al veleno si trova il rimedio, ricorda il distico di Hölderlin che qui leggiamo alla luce
non della sua ardua teologia, ma della sapienza medica tradizionale.  Quelle a cui ci siamo riferiti sono aree e movimenti formatisi negli anni sessanta del secolo scorso intorno alla lettura dei Grundrisse,
 quando da un lato l’espandersi del capitalismo — che andava trasformando non solo le strutture economiche ma anche quelle antropologiche delle società —, dall’altro le contraddizioni dell’esperienza sovietica posero la necessità di approfondire al cune idee chiave di Marx (capitale, valore, classe ecc.).
Ne emersero alcune originali linee interpretative, in particolare intorno a quattro centri di pensiero e iniziativa: i situazionisti {Henry Lefebvre, Guy Debord, Jaime Semprun, Raoul Vaneigem, Jean Baudrillard}, il gruppo intorno alla rivista Invariance {Jacques Camatte, Gianni
Collu, Giorgio Cesarano}, gli operaisti {Raniero Panzieri,
Mario Tronti, Toni Negri}, la scuola di Louis Althusser
{Gianfranco La Grassa, Costanzo Preve}. 

domenica 8 gennaio 2023

Nel riordino delle librerie di famiglia -la posizione dell'Uomo Nell'Universo (gennaio 1963) autore Franco Lombardi *



*https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Lombardi


Filosofo italiano (Napoli 1906 - Roma 1989), prof. di storia della filosofia (1949), quindi (1956) di filosofia morale nell'università di Roma; socio nazionale dei Lincei (1980). Opere principali: L'esperienza e l'uomo (1935); La libertà del volere e l'individuo (1941); La filosofia critica (2 voll., 1944; n. ed., Kant vivo, 1968); Nascita del mondo moderno (1953); Dopo lo storicismo (1955); Il piano del sapere (1958); La posizione dell'uomo nell'universo (1963); Il senso della storia ed altri saggi (1965); Filosofia e società (1967). Fondò (1962) e diresse la rivista De Homine.Formatosi, da una originaria educazione marxistico-sociologica, nel decennio posteriore alla prima guerra mondiale, cioè nel periodo di maggior diffusione dell'idealismo crociano e gentiliano, ha criticato la speculazione idealistica tradizionale. In particolare, ha cercato di rivalutare la soggettività dell'esperienza come attività critica dell'individuo cosiddetto finito, di reinterpretare il concetto di libertà, e di allargare il concetto greco e tradizionale di "intelligenza", fino a incontrarsi con la sfera della vita e della sua evoluzione.

https://www.treccani.it/enciclopedia/franco-lombardi/



https://www.jstor.org/stable/24488807


Il "paradosso" della religione in Franco Lombardi

pubblicato 6 dic 2012, 13:52 da La redazione uomini e idee   [ aggiornato in data 6 dic 2012,  di: FrancescaGhion

Conclusione.


In Lombardi è implicita l'idea che bisogna scardinare l'atteggiamento reli­gioso con la filosofia, in quanto esso pone, come abbiamo visto, la vera realtà in una dimensione eterna ed immutabile, per poter poi recuperare la storicità del­l'individuo. Una tale idea è resa possibile innanzitutto dalla consapevolezza che la natura della religione è soltanto pratica. Ora " recuperare la storicità dell' indi­viduo" significa "recuperare" una morale che tenga conto delle circostanze di tempo e di luogo in cui un soggetto agisce ed in modo tale che un'azione abbia conseguenze nel futuro, ma non nel senso che fa parte di un disegno provviden­ziale che dall'esterno fa agire, ma perché può essa stessa diventare patrimonio delle generazioni future.  


https://sites.google.com/site/uominieidee/filosofia-della-mente-e-nuovo-umanesimo/ilparadossodellareligioneinfrancolombardi    

sabato 7 gennaio 2023

Ancora. durante il riordino delle librerie di famiglia


Stralcio da “Illuminismo e questione ebraica” di Hannah Arendt in libreria da martedì prossimo per Cronopio editore in occasione della Giornata della memoria (pp. 48, euro 6)





In questo breve e lucido testo, Hannah Arendt, che ha solo ventisei anni, si confronta per la prima volta con la cosiddetta questione ebraica, la cui origine viene rintracciata nell'illuminismo e nell'universalità del suo concetto di ragione e di tolleranza religiosa. Ripercorrendo le analisi di Lessing e di Mendelssohn, ma anche dei fautori dell'assimilazione, e dei primi romantici come Herder e Schleiermacher, Arendt delinea la posizione fin da principio paradossale che viene attribuita al popolo ebraico: stretto fra l'universalità astorica dell'illuminismo che ne fa un popolo uguale a tutti gli altri, anche a costo di sacrificarne la specificità, e lo storicismo romantico che sottolineandone l'eccezionaiità lascia intravedere la strada dell'antisemitismo.

“La moderna questione ebraica nasce nell'illuminismo; l'illuminismo, cioè il mondo non ebraico l'ha posta”. Con queste parole ha inizio il saggio Illuminismo e questione ebraica, inedito in italiano, scritto da Hannah Arendt all'età di venticinque anni e pubblicato ancora prima della sua fuga della Germania nazista. Per la lucidità dell'analisi, la limpidità della scrittura e il rigore argomentativo, queste pagine sono ben più che un semplice documento storico e biografico e restano a tutt'oggi una delle migliori esposizioni delle contraddizioni e delle aporie che hanno accompagnato, fin dall'inizio, l'assimilazione degli ebrei d'Europa. Analizzando le posizioni di grandi pensatori illuministi, ebrei e non, come Lessing, Mendelssohn e Herder a proposito di quella che da Marx in poi sarà chiamata la “questione ebraica”, la Arendt, di cui l'anno prossimo ricorre il centenario della nascita, ricostruisce le premesse dell'antisemitismo tedesco, da una parte, ma anche concetti come educazione, tolleranza, umanesimo. Il testo, conciso ed efficace e diretto a un ampio pubblico, pone con forza una questione che oggi ci appare decisiva: quella del rapporto fra religione e società civile.