lunedì 26 aprile 2021

Il teletrasporto esiste. Ma è anzitutto un (grosso) problema filosofico





Due gruppi di scienziati, uno negli Stati Uniti e uno in Austria, sono riusciti per la prima volta a teletrasportare alcune proprietà degli atomi, cioè a realizzare nel mondo microscopico qualcosa di simile al teletrasporto usato dal Capitano Kirk nella serie televisiva Star Trek. Le prime prove sperimentali di questo fenomeno risalgono al 1997, ma finora i fisici avevano applicato il principio del teletrasporto ai fotoni, cioè alle particelle di luce, mentre i nuovi esperimenti sono stati realizzati con gli atomi, che sono particelle materiali.

Intermediazioni microscopiche. Ciò che i fisici chiamano teletrasporto, in realtà, è un fenomeno complicato, che consiste nel trasferire le proprietà di una particella (A) a un'altra (B), tramite una terza particella mediatrice (C). Ciò è possibile grazie a una proprietà del mondo microscopico detta “entanglement” (intrecciamento): una correlazione molto forte che si stabilisce tra due particelle “gemelle”. Se una particella ruota come una trottola in un certo verso (una proprietà detta spin), per esempio, la sua particella gemella potrebbe avere la proprietà di girare sempre in senso opposto, anche se si trova in un'altra galassia. Per realizzare il teletrasporto, si correlano tra loro innanzitutto le particelle B e C, poi si correla anche A a B e si fissano le proprietà di A. In questo modo, grazie all'intermediazione di B, è possibile trasferire queste proprietà alla particella C.

Nuovi computer. Il gruppo dell'Universita di Innsbruck, in Austria, ha applicato questo principio a atomi di calcio, mentre il gruppo statunitense, del National Institute of Standards and Technology (Nist), ha teletrasportato le proprietà di atomi di berillio. Questi esperimenti, però, non saranno applicati al teletrasporto di materia come negli episodi di Star Trek, ma ai flussi di informazioni che potrebbero caratterizzare i computer dei prossimi decenni e renderli molto più veloci e potenti di quelli attuali.


Anno 2004

https://www.focus.it/scienza/scienze/e-l-ora-del-teletrasporto


Anno 2020

I ricercatori dell'Università di Rochester e della Purdue University sono riusciti a creare l'entanglement. "I nostri risultati aprono la strada a future ricerche che coinvolgono stati di spin di tutta la materia, non solo i fotoni, e forniscono ulteriori prove delle capacità sorprendentemente utili dei singoli elettroni nei qubit"

https://www.repubblica.it/scienze/2020/06/22/news/teletrasporto_quantico_piu_vicino_l_esperimento_riuscito_con_gli_elettroni-259894905/




IL GROSSO PROBLEMA FILOSOFICO 


Cosa significa veramente teletrasportare qualcuno? Supponiamo che voi stiate realizzando con successo un dispositivo teletrasportatore in grado di inviare una persona da un luogo a un altro. Quando quell’essere umano arriverà e riapparirà a destinazione, sarà effettivamente la stessa persona?


Chi entra in un teletrasporto non dovrebbe prima essere “distrutto”, atomo per atomo, prima che una sua copia sia ricreata a destinazione? In quanto tale, il teletrasporto richiede una sorta di “omicidio” da un lato e di “rinascita” dall’altro?

E quella seconda persona, pur se con gli stessi identici atomi e pensieri, è davvero esattamente la stessa o tecnicamente una sorta di suo clone?


E se il teletrasporto ci costringe a creare cloni di noi stessi (potenzialmente innumerevoli), dov’è davvero la persona che all’inizio è scomparsa nel teletrasporto? Il fisico teorico Michio Kaku sul tema ha detto “se hai appena visto morire l’originale e credi in un’anima, quell’anima dove è andata? Se quella persona è ‘morta’, allora chi è questo impostore che è riapparso? 

https://www.futuroprossimo.it/2021/01/teletrasporto-e-davvero-impossibile-a-che-punto-siamo/

lunedì 19 aprile 2021

Ivan Della Mea, Ballata per Ciriaco Saldutto




https://www.youtube.com/watch?v=zWPft0k81j0


Lui ha quindici anni, cognome Saldutto


Alunno alle medie, scuola Pacinotti


Venuto di Puglia, "terrone" immigrato:


Torino lo boccia e lui s'è impiccato



Per fare chiarezza diciamo: è un delitto


È un altro delitto della repressione


Che usa la legge, il fucile e la scuola


Per farci più servi del nostro padrone



Si sa che il padrone, le sue maestranze


Le vuole istruite e ben educate;


Con la sua cultura, la sua disciplina


Lui plasma i servi di ogni officina


La tua cultura e del tuo paese


Sia chiaro, "terrone", va buttata via


La scuola ti dà un'altra cultura


Quella dei padroni e della borghesia


E tu puoi scordare l'azzurro del cielo


Di Puglia e il dialetto della tua terra:


Tuo cielo è la FIAT, tua terra è Torino


La scuola, Saldutto, è il campo di guerra


Ma non c'è battaglia, non c'è condizioni


"Terrone", ti adegui oppure accadrà


Che la repressione di tutti i padroni


Con l'arma del voto, ti escluderà


Così a quindici anni ti han tolto anche il cielo


E in cambio ti han dato un vuoto di niente


E l'ultimo gioco che ti hanno lasciato


È un pezzo di corda e ti sei impiccato



Per fare chiarezza diciamo: è un delitto


Un altro delitto della repressione


Che usa la legge, il fucile, la scuola


Per farci più servi del nostro padrone


12 giugno 1972: Ciriaco Saldutto e la sua storia

https://www.facebook.com/notes/782892075619704/

venerdì 16 aprile 2021

i Fasci siciliani dei lavoratori,





...Anche nel grande movimento di massa che furono i Fasci siciliani dei lavoratori, sviluppatosi in Sicilia dal 1891 al 1893, i valori di liberazione legati alla tradizione popolare religiosa cristiana si univano laicamente ai motivi di ispirazione socialista. Questo legame favorì la diffusione del movimento in mezzo al popolo. Ma fu anche uno dei motivi che scatenò la repressione. Fede e liberazione storica dovevano restare separate. Il loro cortocircuito metteva in pericolo la stabilità del sistema di potere sia religioso che laico. I Fasci furono ufficialmente fondati il 1° maggio del 1891, a Catania. Il movimento era però nato in maniera spontanea già alcuni anni prima a Messina. Alla fine del 1892 il movimento si era diffuso in tutto il resto dell'isola con sedi in tutti i capoluoghi tranne Caltanissetta. Il 20 gennaio 1893 a Caltavuturo (PA) 500 contadini di ritorno dall’occupazione simbolica di terre di demanio vengono dispersi da soldati e carabinieri con i fucili e tredici manifestanti cadono vittime. Il 21 e 22 maggio 1893 si tenne il congresso di Palermo cui parteciparono 500 delegati di quasi 90 Fasci e circoli socialisti. L’apice del movimento fu raggiunto nell’autunno del 1893, quando il movimento organizzò scioperi in tutta l'isola e tentò un’insurrezione. Il presidente del consiglio Francesco Crispi, siciliano di origini arbëresh, adottò la linea dura con un intervento militare. Il movimento fu sciolto nel 1894 e i capi vennero arrestati dal commissario regio Roberto Morra di Lavriano. Il 30 maggio il tribunale militare di Palermo condannò Giuseppe de Felice Giuffrida a 18 anni di carcere, Rosario Bosco, Nicola Barbato e Bernardino Verro a 12 anni di carcere quali capi e responsabili dei Fasci siciliani. Nel 1895 con un atto di amnistia venne concessa la clemenza a tutti i condannati in seguito ai fatti dei Fasci siciliani. Si concludeva così in modo violento il primo vero movimento organizzato contro i proprietari fondiari e di emancipazione delle classi più umili. Alla sua repressione contribuì l’atteggiamento della gerarchia ecclesiastica che in quasi tutte le diocesi censurò in modo emblematico il movimento, prendendo le difese dei latifondisti e dei proprietari di zolfare. In un primo momento il vescovo di Caltanissetta Giovanni Guttadauro dimostrò un qualche riguardo per le rimostranze popolari, ritenendo che non se ne potessero dissimulare le cause. Ma nel 1894, quando la repressione di Crispi chiudeva i conti con i Fasci, con il risultato di oltre 150 morti, precisò la propria opinione, affermando che le plebi erano state illuse «da istigatori malvagi e da ree dottrine». In modo analogo si espressero altri prelati, dal vescovo di Noto Giovanni Blandini, che definì «stoltizia» l’aspirazione a una distribuzione equa dei beni, al cardinale di Palermo Michelangelo Celesia, che si congratulò di persona con commissario regio Roberto Morra di Lariano, pianificatore delle stragi che posero fine al movimento (fonte: Carlo Ruta in Left Avvenimenti – L’Isola Possibile, 8 ottobre 2010).


tratto da

Mondo operaio e cristianesimo di base. L'esperienza dell'Isolotto di Firenze


DA PAGINA 17 a PAGINA 18 

sabato 10 aprile 2021

Nel Quinto stasimo dell'Antigone il coro invoca l'epifania di Dioniso



QUINTO CANTO INTORNO ALL'ARA

CORO: Strofe prima

Orgoglio di Sèmele, Dio dai molteplici nomi, figliuolo di Giove signore del tuono, che Italia proteggi, che regni sui piani ospitali d'Elèusi a Dèmetra sacri, che presso il molle fluir dell'Ismeno, in Tebe dimori, che te vide nascere, presso la stirpe del drago selvaggio! Antistrofe prima Il fumo corrusco del duplice vertice, dove le Ninfe coricie baccanti s'aggiran, te mira, te l'onda castalia. E i clivi dei monti di Nisa che d'ellera han chiome, e la verde pianura ferace di grappoli, fra un evio clamore di cantici sacri t'inviano di Tebe a mirar le contrade. Strofe seconda Di Tebe a te cara piú molto che ogni altra città, al par di tua madre, dal folgore spenta. Ed ora, da morbo veemente ella è tutta invasa. Col pie' salvatore tu valica il giogo parrasio, o il gorgo sonante del mare. Antistrofe seconda Oh duce degli astri dall'alito di fiamma, che i riti notturni presiedi, figliuolo di Giove, or móstrati insieme alle Tíadi di Nisa, che ebbre ti seguono, e intera la notte danzando, delirano per Bacco dator di fortuna


Sofocle Antigone traduzione di Ettore Romagnoli

https://www.filosofico.net/antigonesofocle42.htm



Dioniso raffigurato su un vaso greco, da notare in particolare l'edera che porta intorno al capo (uno dei simboli del dio), la coppa (kantharos) colma di vino e simbolo dell'ebbrezza, la lunga barba spesso prerogativa del dio.