giovedì 27 agosto 2020

CIORAN CAHIERS 1957-1972 Avant-propos de Simone Boué GALLIMARD







26 août 1970 

Sanda Golopenfia me raconte que l’université américaine de Bloomington où elle vient de passer un an comprend quarante mille étudiants et la ville du même nom trente mille habitants seulement. Une telle anomalie est annonciatrice de désastre. Dans ces sociétés dites avancées où le plombier est aussi rare que le génie, seul prolifère le faux intellectuel, l’universitaire nul et prétentieux, qui s’érige en révolutionnaire pour dissimuler son néant.



26  Agosto  1970


Sanda Golopenţia (1) mi racconta che l’Università americana di Bloomington, dove ha appena trascorso un anno, conta quarantamila studenti, e la città dallo stesso nome solo trentamila abitanti.
Una tale anomalia è foriera di disastri.
In queste società cosiddette avanzate in cui un idraulico è raro quanto un genio, prolifera solo il falso intellettuale, l’universitario inetto e pretenzioso, che si atteggia a rivoluzionario per dissimulare la propria nullaggine.

1. - Sanda Golopenţia-Eretescu (nata il 2 marzo 1940 a Bucarest) è una linguista, folclorista, saggista e memorialista romena, emigrata dal 1980 negli Stati Uniti. È professoressa emerita alla Brown University di Providence, negli Stati Uniti e una presenza attiva nella vita culturale e scientifica romena.





27 août   1970  
Écouté une émission littéraire. Toujours le même défaut : la vanité
étalée, vice français par excellence. Décidément, les Anglais ont plus de
classe.
J. D. raconte qu’en 1956, à un dîner chez le consul de France à
Washington, il y avait un vieux monsieur qui portait une redingote râpée,
une chemise en celluloïd (?) et qui restait là sans ouvrir la bouche. C’était,
dit-il, Saint-John Perse. – Tout est faux dans ce portrait. Saint-John Perse
est bavard, s’habille bien, et, quand je l’ai vu pour la dernière fois en 1965,
donc à peu près dix ans après l’année qu’indique J. D., il paraissait n’avoir
pas dépassé soixante-cinq ans. Ses cheveux étaient noirs (teints, il est vrai,
mais qu’importe ?).
Je ne connais rien de pire que l’esprit parisien, qui se réduit à briller aux
dépens des autres. Médisance systématique par vanité, ressort du génie
français.
Toute passion est un moyen d’autodestruction.
J’ajouterai : le moyen le plus sûr et le plus direct.
Je n’ai pas eu des passions, mais des emballements.
Seulement, à cause de l’époque, ils m’ont fait prendre pour un fanatique,
et j’ai subi les conséquences de mes caprices comme s’il se fût agi de
convictions.




27  agosto  1970 

Ascoltata una trasmissione letteraria. Sempre lo stesso difetto: sfoggio di vanità, vizio francese per eccellenza. Gli inglesi hanno decisamente più classe.
J.D. racconta che nel 1956, a un pranzo dal console francese a Washington, c’era un anziano signore che indossava una redingote lisa, una camicia di celluloide (?) e stava lì senza aprire bocca. Era, dice lui, Saint-John Perse (2). - Il ritratto è completamente falso. Saint-John Perse è loquace, veste bene e, quando l’ho visto l’ultima volta nel 1965, quindi circa dieci anni dopo l’anno indicato da J.D., dimostrava al massimo sessantacinque anni.
Aveva i capelli neri (tinti, questo è vero, ma che importa?).
Non conosco niente di peggio dello spirito parigino: ci si riduce a brillare a spese degli altri. Maldicenza sistematica per vanità, risorsa del genio francese.
Ogni passione è un mezzo di autodistruzione.
Aggiungerò: il mezzo più sicuro e più diretto.
Non ho avuto passioni, ma infatuazioni (3).
Solo che, data l’epoca, mi hanno fatto passare per un fanatico, e ho dovuto subire le conseguenze dei miei capricci come se fossero state convinzioni.


2. - Saint-John Perse, pseudonimo di Alexis Léger (1887-1975), poeta, scrittore e diplomatico francese, fu insignito nel 1960 del Premio Nobel per la Letteratura. L'adozione dello pseudonimo di Saint-John Perse sottolinea la volontà di separare produzione poetica e attività diplomatica: Perse mantenne distinte le due identità; il letterato non si doveva sovrapporre al diplomatico.

◾️3. - Cfr. l'appunto del • 9 ottobre 1966: "Il solo modo di evitare l’infatuazione o l’acrimonia è rendersi conto che, per l’appunto, non ci può capitare niente di importante, e che ciò che chiamiamo evento non è che un accidente più o meno irrisorio." Inoltre: • 18 marzo 1967: "La cosa più difficile è rinnovare le proprie ammirazioni. Si ammira davvero solo fino ai vent’anni. Dopo, sono solo infatuazioni o capricci." • 18 dicembre 1967: "Non si dovrebbe mai tornare sulle proprie infatuazioni [riferimento a Valéry]; è pur vero che, nella fattispecie, non è per passione, ma per necessità che vi sono tornato. Gli autori che ci siamo lasciati alle spalle non possono che annoiarci. Perfino Nietzsche faccio fatica a rileggerlo." • 14 dicembre 1968: "Quella che viene chiamata esperienza non è altro che la delusione conseguente a una causa che ci ha appassionati per un certo periodo. Più forte è stata l’infatuazione, più lo sarà la delusione. Avere esperienza significa espiare i propri entusiasmi." • 11 aprile 1969 [a proposito dell'infatuazione per la Guardia di Ferro]: "Le conseguenze che ho dovuto subire per una semplice infatuazione giovanile sono state e sono talmente sproporzionate che in seguito mi è stato impossibile diventare campione di una causa, fosse pure inoffensiva o nobile o dio sa che. È un bene aver pagato molto caro una follia di gioventù; in seguito ci si risparmia più di una delusione." • 12 maggio 1969: "La quantità di imbecilli e di pazzi che ho ammirato! Quando penso al mio passato la vergogna mi sommerge. Tante infatuazioni che mi squalificano." • 25 maggio 1969: "Quando mi esamino un po’ più da vicino, non so capacitarmi di essere stato a lungo preda di infatuazioni e persino di passioni. Eppure è la verità. Per tutta la vita ho ambito al distacco; non l’ho mai provato veramente. Ciò non toglie che vi abbia aspirato ardentemente e che, per camuffare il mio fallimento, abbia finto di essere superiore a tutto." • 19 gennaio 1972: "C’è anche il culto per Rilke, che all’epoca anteponevo a qualsiasi altro poeta. Si è meno datati nei propri disgusti che nelle proprie infatuazioni. Quasi tutti i poeti che ho citato hanno perso la 'posizione' che avevano all’epoca. Bisogna affidarsi solo a Dio. Ma anche lui è datato."





La  traduzione  in  romeno  al  limk


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