https://www.facebook.com/daniele.marletta/posts/10224040859596122
Ringrazio ilm caro Padre Daniele Marletta
- Ma guarda, quelli di Amazon m'hanno rimborsato una cosa che non ho manco comprato. Sono otto euro, però buttali via. Otto euro, son sedici goleador, quindi quattro pranzi e quattro cene...
- Congratulazioni!
- Ahh!
- Salve.
- Chi diavolo è lei?
- Chi sono non è importante, ciò che importa è che lei è primo.
- Primo?
- Primo.
- Primo di che?
- Di tutti.
- Tutti?
- Tutti. Tutti gli altri. Tutti e sette miliardi. È appena salito in cima alla classifica, complimenti.
- La classifica? Che classifica?
- La classifica della felicità.
- Non capisco.
- Lei, in questo momento, è l’uomo più felice sulla faccia della terra.
- No.
- Sì. Qui c’è il suo attestato e qui la sua coccarda.
- La mia coccarda.
- E l’attestato, non se lo scordi. Selfie? Selfie. Fermo così. Aspetti, è venuta mossa, dobbiamo rifarla
- Senta, ci dev’essere un errore.
- Nessun errore, abbiamo ricontrollato. Tre volte. Lei è il più felice.
- Ma io non posso essere… senta, io sono solo, sono egoista, c’ho le crisi d’ansia, mi tengo tutto dentro, mento, rubo, invidio, desidero roba e donna d’altri, sono sentimentalmente inaffidabile, emotivamente complessato, sono quotidianamente preda di una diversa sfumatura dell’angoscia e non posso fare a meno di notare che il mio pene è anni luce distante da qualsiasi cosa abbia mai visto in un porno.
- Non le faccio io le regole. C’è un algoritmo.
- Un algoritmo…
- Sì, medie ponderate, fogli Excel.
- Fogli Excel.
- Sì.
- La cosa più vicina alla parola di Dio.
- Infatti.
- No, no, non esiste, non è possibile. Mi vuole far credere che tutto il resto del mondo, in questo momento, è più miserabile di me?
- Sì.
- Solo perché Amazon m’ha regalato un rimborso?
- Sì.
- Ma vivaddio ci sarà un altro essere umano che…
- Non c’è.
- Ma… ma è assurdo… e… e, scusi, e il Dalai Lama?
- Ha le emorroidi.
- Le emorroidi.
- Lui prova a meditarci su, ma deve star seduto per farlo, quindi...
- Zuckerberg.
- Zuckerberg?
- Mark Zuckerberg.
- Due paroline: Elon Musk.
- Va bene. Elon Musk, allora.
- Emorroidi.
- Pure lui!
- Son tre giorni che discute col Dalai Lama di pomate.
- Ce l’ho! I neonati. Ci sarà un marmocchio da qualche parte più felice di me.
- Lei quanto sarebbe felice se sapesse che può cagarsi addosso da un momento all’altro?
- Poco.
- Senta, si rassegni lei è l’uomo più felice della Terra.
- Cristo. Questa notizia è terribile. Dovrebbe deprimermi, invece sa una cosa? Sono contento. Per una volta in vita mia sono arrivato primo in qualcosa e niente e nessuno potrà togliermi la soddisfazione di…
- Mi deve ridare l’attestato e la coccarda.
- Perché?
- Perché lei non è più l’uomo più felice della terra.
- Ma lei ha appena detto...
- Purtroppo mentre cianciava è sceso in seconda posizione.
- Com'è possibile?
- A un ragazzetto del Burkina Faso gli hanno costruito un pozzo di acqua potabile vicino a casa.
- Cazzo.
- Lo so, è una vitaccia per tutti. Coccarda e attestato, please.
- Ma… adesso io… io... che cosa.
..
- Su, non faccia così. Il secondo posto non è mica… volevo dire, quindicesimo posto...
- Quindicesimo?
- Centonovantaseiesimo.
- Centonovantaseiesimo!
- Settecento milioni e quattro.
- Lo faccia smettere!
- Non posso, non dipende da me. Dipende da lei.
- Settecento milioni e quattro!
- Qui mi segna così.
- È tanto brutto?
- Sta sotto quelli che si scaccolano con gusto.
- Oh no.
- Due miliardi e cinque. Sta dalle parti di quelli che hanno una fidanzata a cui piacciono i cani piccoli.
- Cosa posso fare?
- Niente. È la vita. Ogni tanto si è in testa, ogni tanto...
- Fottesega di queste menate alla Terzani. Io voglio tornare primo.
- Allora deve cercare di essere felice, e in fretta.
- Va bene, non dev'essere troppo difficile.
…
- Okay, ho fatto tutto.
- Tutto?
- Tutto quello che mi poteva rendere felice. Ho mangiato un gelato al pistacchio, poi ho fatto del sesso, poi ho fatto del sesso mangiando un gelato al pistacchio. Poi ho comprato roba su internet, ne ho venduta dell'altra, sono stato applaudito, ammirato, corteggiato, amato. Sono stato al centro dell'attenzione, ho fatto del bene, ho vinto una discussione, mi sono tolto un peso, ho confessato delle cose, ho chiesto scusa, sono stato di gran lunga la migliore persona nella stanza. Non ho odiato nessuno, invece ho preso un animale, l'ho amato e lui ha amato me. Ho superato una mia paura, ho risolto un conflitto, ho costruito qualcosa per il futuro. Ho lasciato un retaggio, ho scritto una riga nel grande libro dell'esistenza umana e così facendo mi sono conquistato l'immortalità.
- Okay.
- A che posizione sto?
- Novecentocinquantatré milioni e rotti.
- Figlio di puttana!
- Stava andando bene, ma poi quel ragazzino del Burkina Faso è sopravvissuto a una banale malattia che da noi si cura con gli antibiotici.
- Lo odio quel ragazzino!
- Credo che lei sbagli approccio.
- In che senso?
- Prima di essere così deluso dovrebbe considerare le altre classifiche.
- Le altre classifiche? Ci sono altre classifiche?
- Certo. Ad esempio lei registra ottime posizioni nella classifica della bassa autostima (ma non si monti la testa altrimenti peggiora la situazione). È molto in alto nella classifica delle paranoie, in quella delle opportunità mancate, in quella della permalosità e in quella dell'autocompatimento è praticamente una celebrità. Ha buoni piazzamenti anche nella classifica dell'autocritica, in quella della solitudine, in quella della mestizia, in quella del pessimismo e in quella della rassegnazione.
- È terribile, come dovrebbe aiutarmi tutto questo?
- La felicità non serve a niente.
- Prego?
- La felicità è dopamina. È zucchero. Mangi un profiterole e sarà felice. Ma il resto... è il resto che le fa fare le cose.
- Non capisco.
- Tutta quell'ansia, quella tristezza, quella stupida paranoica ipersensibilità, il non essere adeguato, il non sentirsi all'altezza, lo sbattere costante contro tutta la mobilia dell'esistenza, il sapere di starsene da qualche parte in fondo alla classifica. Quello è importante. Quello la fa cercare, viaggiare, domandare, provare, sbagliare, quello le fa muovere il culo. È nella distanza fra lei e la felicità che si misura la grandezza di ciò che potrà fare se solo concederà a se stesso di essere infelice ogni tanto.
- Che belle parole.
- Grazie.
- Mentre parlava ho preso uno Xanax.
- Lei è primo.
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