domenica 5 giugno 2022

Dag Hammarskjöld---Tracce di cammino[






Noto per la sue straordinarie qualità diplomatiche, che lo hanno portato nel 1953 a diventare (un po' a sorpresa) Segretario generale dell'Onu, Dag Hammarskjöld risulta da questo diario, che ha suscitato all'atto della pubblicazione peraltro postuma enorme scalpore, una personalità dotata di una fede profonda che sfocia in una autentica tensione "mistica". Proveniente da una famiglia aristocratica svedese, Hammarskjöld ha occupato nella sua nazione ruoli di primo piano nell'ambito della vita economicofinanziaria e politica, rivelandosi un grande servitore dello Stato dotato di altissimo senso morale. La sua attività presso le Nazioni Unite è stata contrassegnata da un impegno singolare e disinteressato per lo sviluppo dei popoli e per la pace, al punto che nel 1961, l'anno della sua morte avvenuta in circostanze misteriose un incidente aereo la cui causa è tuttora oscura nel corso di una missione in Congo gli venne assegnato il premio Nobel per la pace "alla memoria". Un politico e un diplomatico di grande respiro, dunque. Ma, al di là di queste innegabili doti che facevano di lui un personaggio affascinante, ciò che emerge da questa raccolta di pensieri, che ricoprono un arco temporale piuttosto ampio dal 1925 al 1961 e che costituiscono, come si è detto, una sorta di diario, è lo spessore spirituale di un uomo, che non ha mai smesso di coltivare, anche in contesti difficili e dispersivi, la propria vita interiore. Rifacendosi alla lezione dei grandi mistici medioevali e all'imitazione di Cristo, il testo da lui più citato e che portava sempre con sé, Hammarskjöld ci aiuta a penetrare nel vivo dell'esperienza religiosa, che è esperienza di Dio nel profondo di sé, è il sentirsi abitati da Lui, e l'abbandonarsi di conseguenza con fiducia al Suo volere.


Ma egli ci ricorda, nello stesso tempo, che la possibilità di vivere tale esperienza è strettamente dipendente dalla capacità che abbiamo di entrare in noi stessi, di compiere quel viaggio nelle profondità dell'anima che ci mette in condizione di scoprire la nostra identità e di aderire alla nostra vocazione. Ci ricorda, in una parola, che l'incontro con Dio implica la coltivazione di una esperienza di solitudine, che, lungi dall'isolarci dagli altri, ci mette nella condizione di coglierne i veri bisogni e di condividerne le più nobili aspirazioni. Dì qui nasce l'impegno nei confronti della comunità umana che ha contraddistinto l'attività quotidiana di Hammarskjöld. Un impegno che si è tradotto nell'assunzione dell'atteggiamento evangelico del servizio il supporto teorico è l'etica di Albert Schweitzer alla quale egli fa sovente riferimento e che aveva la sua sorgente nella rinuncia alla ricerca del successo personale per mettere al centro il bene degli altri, in particolare di coloro che vivono singoli o popoli in condizione di precarietà e di marginalità sociale: "Esiste veramente solo ciò che è di altri scrive Hammarskjold nel suo diario perché soltanto quel che hai donato sia pure nella gratitudine del ricevere si innalzerà dal nulla che un giorno sarà la tua vita" (p. 58).

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Muore nella notte tra il 17 e il 18 settembre 1961 in un incidente aereo – le cui cause non saranno mai del tutto chiarite – a Ndola (nell'attuale Zambia) nel corso di una missione per risolvere la crisi congolese. L'ipotesi di un possibile attentato al suo aereo, pur non essendo dimostrabile, non è mai stata dissipata.

In quell'anno gli verrà attribuito il Premio Nobel per la Pace alla memoria, "in segno di gratitudine – come dirà la motivazione del Comitato per il Nobel – per tutto quello che ha fatto, per quello che ha ottenuto, per l'ideale per il quale ha combattuto: creare pace e magnanimità tra le nazioni e gli uomini".

l giorno dopo l'incidente l'ex presidente degli Stati Uniti Harry Truman dichiarò alla stampa che Hammarskjöld: "Era sul punto di ottenere qualcosa quando l'hanno ucciso. Notate che ho detto 'quando l'hanno ucciso'." Truman si è sempre rifiutato di fornire ulteriori dettagli o di tornare sull'argomento, ma le sue parole hanno dato adito a sospetti e ricostruzioni alternative per anni.

Le circostanze della sua morte non sono mai state ufficialmente chiarite, ma i dubbi sono ormai radicati nel pensiero di molti storici:

«E ora, dopo quarant'anni, nelle pagine molto interne dei giornali, leggiamo quello che abbiamo sempre saputo: che l'Union Minière condannò a morte (per "incidente aereo") anche Hammarskjöld, il segretario generale dell'ONU, colpevole di opporsi alla secessione del Katanga, preda avita dell'Union Minière» (Luciano Canfora-  Critica della retorica democratica, 2002)
Durante la lavorazione del documentario Cold Case Hammarskjöld del danese Mads Brügger sarebbero emersi nuovi indizi che punterebbero verso un pilota belga, all'epoca al servizio dei ribelli separatisti, su cui già a suo tempo erano circolate voci di un possibile coinvolgimento

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„Una fiaba da raccontare: quella di una corona che era talmente pesante da poter essere portata solo da chi fosse completamente dimentico del suo splendore.“

Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/1545774-dag-hammarskjold-una-fiaba-da-raccontare-quella-di-una-corona-che/

„Nel nostro tempo la via della santità passa necessariamente attraverso l'azione

Abusare della parola equivale a disprezzare l'essere umano. Mina i ponti, avvelena le fonti.


„Solo la mano che cancella può scrivere la verità.“



Non possiamo permetterci di dimenticare nemmeno l'esperienza più penosa.“

Merita il potere solo chi ogni giorno lo rende giusto




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