mercoledì 27 ottobre 2021

«che cosa ti fa pensare che gli elfi siano più magici di una creatura strana come una balena?»-Ma nessun elfo è presente





Boyhood è un film indipendente del 2014 scritto e diretto da Richard Linklater.

La lavorazione del film è durata 12 anni, dal 2002 al 2014, per raccontare la crescita di Mason (interpretato da Ellar Coltrane) e il rapporto con i genitori divorziati (interpretati da Ethan Hawke e Patricia Arquette).


https://it.wikipedia.org/wiki/Boyhood



Elogio degli eccessi della filosofia

di Paolo Costa

https://www.academia.edu/11479775/Elogio_degli_eccessi_della_filosofia?auto=download&email_work_card=download-paper


Alcuni brani


Tra i molti piaceri suscitati dalla visione di quella sorta di celebrazione della vita ordinaria che è il pluripremiato film di Richard Linklater Boyhood, ce n’è uno specificamente riservato alle persone dotate di temperamento filosofico. È una  soddisfazione sottile che scaturisce dalla possibilità di osservare la filosofia intrufolarsi nella vita delle persone in una forma ancora non intaccata dal professionismo accademico e dal suo inevitabile impulso disciplinatore. L’intrusione avviene in più punti del film (che, per i pochi che non lo sapessero, è stato girato dallo stesso cast nell’arco di dodici anni e tratteggia la parabola  esistenziale di un ragazzino dai 7 ai 18 anni). Gli eccessi della ragione filosofica si profilano, per esempio, quando a 10 anni il protagonista, Mason Jr, in un momento  di intimità domanda al padre, con un piglio da realista diretto, se nel mondo esista davvero la magia. Di fronte alla risposta sofisticata, da realista interno, di Mason Sr(«che cosa ti fa pensare che gli elfi siano più magici di una creatura strana come una balena?»), il bambino chiude il discorso con una domanda che non lascia scampoalle buone intenzioni del genitore: «ma, voglio dire, precisamente in questo momento, non ci sono elfi nel mondo, giusto?». («No, tecnicamente, nessun elfo» èla conclusione sconsolata del padre.)


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Insomma, per tornare sul punto centrale, una volta esclusi la fama, il denaro e il potere, che cosa resta a un cultore della filosofia oggi se non il divertimento intellettuale e la meraviglia? Ma che cosa rimane del piacere e della sorpresa se non  possono essere condivisi, se non sono l’occasione per iniziare o cementare un’amicizia, fosse pure solo di penna?


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Giusto per ribadire, se ce ne fosse

bisogno, che se la filosofia morirà, non sarà certo di vecchiaia.



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