Gilles Deleuze
Pourparler
Traduzione di Stefano Verdicchio
Edizioni Quodlibet 2019
IL LIBRO
Perché riunire testi di conversazioni che abbracciano quasi l’arco di venti anni? Capita a volte che dei pourparler durino tanto a lungo che non si sa più se facciano ancora parte della guerra o già della pace. Se è vero che la filosofia è inseparabile da una certa qual collera contro l’epoca, è anche vero che essa ci procura una certa serenità. Nondimeno la filosofia non è una Potenza. Le religioni, gli Stati, il capitalismo, la scienza, il diritto, l’opinione pubblica, la televisione sono delle potenze, non la filosofia. La filosofia può conoscere grandi battaglie interne (idealismo-realismo, ecc.), ma sono battaglie da ridere. Non essendo una potenza, la filosofia non può ingaggiare battaglia con le potenze; contro di loro conduce semmai una guerra senza battaglie, una guerriglia. Non può dialogare con loro, non ha nulla da dire, nulla da comunicare, può solo avviare dei pourparler. Poiché le potenze non si accontentano di rimanere esteriori, ma penetrano anche in ciascuno di noi, grazie alla filosofia ciascuno di noi si trova incessantemente in pourparler e in guerriglia con se stesso.
INDICE
I. Da L’anti-Edipo a Mille piani
Lettera a un critico severo
Conversazione su L’anti-Edipo (con Félix Guattari)
Conversazione su Mille piani
II. Film
Tre domande su Six fois deux (Godard)
Su L’immagine-movimento
Su L’immagine-tempo
Dubbi sull’immaginario
Lettera a Serge Daney: ottimismo, pessimismo e viaggio
III. Michel Foucault
Fendere le cose, fendere le parole
La vita come opera d’arte
Un ritratto di Foucault
IV. Filosofia
Gli intercessori
Sulla filosofia
Su Leibniz
Lettera a Réda Bensmaïa su Spinoza
V. Politica
Controllo e divenire
Poscritto sulle società di controllo
Dalla sezione V Proscritto sulla società di controllo
sta in
citazione da pagina 235
Siamo in una crisi generalizzata di tutti gli ambienti di internamento, carcere, ospedale, fabbrica, scuola, famiglia. La famiglia è un “interno” in crisi come ogni altro interno, scolastico, professionale, ecc. I ministri competenti non fanno che annunciare delle riforme ritenute necessarie. Riformare la scuola, riformare l’industria, l’ospedale, l’esercito, il carcere; ciascuno sa però che queste istituzioni sono finite, sono a più o meno breve scadenza. Si tratta unicamente di gestire la loro agonia e di tenere occupata la gente fino all’insediamento delle nuove forze che bussano alla porta. Sono le società di controllo che stanno sostituendo le società disciplinari. “Controllo” è il nome che Burroughs propone per designare il nuovo mostro e che Foucault riconosce come il nostro prossimo avvenire. Paulo Virilio continua ad analizzare le forme di controllo ultrarapide all'aria aperta che sostiiuiscono le vecchie discipline operanti nella durata di un sistema chiuso. Non è il caso di chiamare in causa le incredibili produzioni farmaceutiche, le formazioni nucleari, le manipolazioni genetiche, benché destinate a intervenire nel nuovo processo. Non è il caso di chiedersi quale sia il regime più duro o più tollerabile, dal momento che in ognuno di essi si intrecciano liberazioni e asservimenti Per esempio, nella crisi dell'ospedale come ambiente di internamento, la settorializzazione,il day hospital, l'assistenza a domicilio possono possono si segnare della nuove libertà, ma anche partecipare a meccanismi di controllo che non hanno nulla da invidiare alle forme di internamento più duro. Non è il caso né di avere paura né di sperare, bisogna cercare nuove armi.
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