lunedì 13 febbraio 2023

tra i libri di casa- Joseph Conrad Il compagno segreto


Copertina di: Il compagno segreto

Il compagno segreto (The Secret Sharer) è un racconto di Joseph Conrad scritto nel 1909 e pubblicato per la prima volta nel 1911 sull'Harper's Magazine, prima di venire raccolto in "Racconti di mare e di costa" o anche sotto il titolo "Fra terra e mare" (Twixt land and sea tales) nel 1912, insieme a "Un briciolo di fortuna" e "Freya delle sette isole". In italiano, il racconto è stato pubblicato nel 1946 da Giulio Einaudi Editore con il titolo: "Il coinquilino segreto, episodio della costa" e la traduzione di Piero Jahier.


Un bastimento con un giovane capitano, al comando da appena 15 giorni, dà fonda nella baia di Meinam, nei pressi di Paknam (Thailandia dell'Est). Egli conosce appena i due ufficiali di bordo, il cambusiere e l'equipaggio, con i quali ha un rapporto di diffidenza. Il veliero è diretto in patria e sosta per rifornimenti.

Al largo, in una rada si trova la Sephora, un'imbarcazione di Liverpool con un carico di carbone a bordo, in attesa del rimorchiatore che deve trainarla lungo un fiume nelle vicinanza per poi poter scaricare la merce.

Di notte, con un mare liscio come l'olio e un cielo stellato, il capitano, contrariamente alle disposizioni usuali, decide di essere di guardia sul ponte fino al mattino, immerso nelle sue riflessioni e pensieri, congedando gli ufficiali e i marinai nelle loro cuccette.

Improvvisamente un naufrago, o meglio un uomo in acqua, si avvicina alla nave aggrappandosi ad una scaletta lasciata inavvertitamente dai marinai fuori bordo. Si tratta di Leggatt, un giovane della stessa età e corporatura del capitano, fuggito dalla Sephora dove era detenuto da ormai vari giorni in una cabina chiusa a chiave per aver commesso involontariamente un omicidio (un marinaio poco di buono, scansafatiche e prepotente) durante una tempesta che aveva investito l'imbarcazione.

Il capitano, convinto della buona fede e dell'innocenza dell'uomo, lo nasconde nella sua cabina personale, mettendo così a repentaglio la sua stessa reputazione e carriera. 

Trascorrono i giorni e il capitano riesce, con non poca fatica e apprensione, a tenere celato al resto dell'equipaggio il suo compagno segreto, il quale, nell'inconscio del capitano, finisce per divenire il suo alter ego, il suo duplicato, sosia fisico e morale; la parte oscura della propria anima.

Il capitano della Sephora, Archbold, si reca in visita a bordo sospettando che il suo ricercato vi abbia trovato rifugio, dato che le ricerche effettuate nella zona avevano dato esito negativo. Il capitano, facendogli visitare la nave, cerca di convincerlo della possibilità che questo possa essere affogato. 

Ormai la nave deve ripartire e la situazione a bordo sembra divenire insostenibile, finché è lo stesso Leggart, calmo e tranquillo, a offrire al capitano, ormai con i nervi scossi e in preda all'agitazione, la soluzione: filare in acqua, non visto, mentre il veliero si avvicinerà di notte alla costa di Koh-ring (Cocincina).

Il capitano, mettendo a repentaglio la sicurezza della nave, di fronte ai marinai esterrefatti, dirige la nave verso la costa, doppiando il promontorio meridionale della scura montagna per: "trovare qualche regolare brezza di terra che spinga il veliero più veloce".

Leggatt riesce a fuggire non visto e il capitano con un'ardua virata allontana il veliero da quell: "immensa massa nera che incombeva sulle cime dei nostri alberi".

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_compagno_segreto


“Il compagno segreto” fu scritto di slancio in due settimane, sospendendo il lavoro sugli ultimi capitoli di “Sotto gli occhi dell’Occidente”, che ancora si intitolava semplicemente “Razumov”

Luglio 1909: arrivò a Conrad la lettera di uno sconosciuto capitano Carlos M. Marris, che poi ebbe la fortuna di essere invitato a casa dello scrittore. Questo Marris aveva vissuto vent’anni in Malesia, lì aveva sposato una principessa ed ora tornava in Inghilterra per curarsi. Pieno d’ammirazione, gli raccontava che nei mari d’Oriente gli ufficiali inglesi lo leggevano sempre come il loro miglior cantore. Gli chiedeva così di non fermarsi, di scrivere ancora storie come quella di Almayer, di Lord Jim, di capitani come MacWhyrr o il cieco Whalley. 

In una lettera al suo agente Pinker, Conrad raccontò: 

“E’ stato come risvegliare i morti – morti per me, visto che la maggior parte di loro vivono laggiù e leggono anche i miei libri e si domandano chi diavolo fosse che andava in giro a prendere appunti. Il mio ospite mi ha detto che Joshua Lingard ha provato a indovinare: “Deve essere stato quel tizio che era primo ufficiale sul Vidar con Craig”. Sono proprio io. E il bello è che tutti quegli uomini di ventidue anni fa sono affezionati al Cronista delle loro vite e delle loro avventure. Ne avranno altre di quelle storie che gli piacciono.”


https://www.compagnosegreto.it/NUMERO1/racconto1.htm

Citazione

"Essa galleggiava sul punto di partenza di un lungo viaggio, immobile in seno a un’immobilità immensa, con il sole al tramonto che ne proiettava lontano a oriente le ombre dell’alberatura. In quel momento in coperta ero solo. Non c’era alcun rumore nella nave – e intorno a noi nulla si muoveva, nulla viveva, né una canoa sull’acqua, né un uccello nell’aria, né una nube in cielo. In questa pausa di bonaccia all’inizio di una lunga traversata la nave ed io sembravamo vagliare la nostra attitudine ad un’impresa lunga e ardua, a quel compito assegnato alle nostre due esistenze, da assolvere lungi da sguardi umani, avendo il cielo e il mare come unici testimoni e giudici.

http://fondazione.cinetecadibologna.it/viaggio/imaprare_guardare/compagno



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