sabato 18 febbraio 2023

tra i libri di casa Ugo Betti. Corruzione al Palazzo di Giustizia

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Corruzione al Palazzo di giustizia è un dramma in prosa in tre atti del drammaturgo italiano Ugo Betti: è considerata una tra le più celebri opere della produzione dell'autore.

Composto nel 1944 fu rappresentato la prima volta unicamente il 7 gennaio 1949 al Teatro delle Arti di Roma e pubblicato sulla rivista Sipario nel marzo dello stesso anno.

Nel 1966 fu trasmesso l'omonimo sceneggiato dal Programma Nazionale della Rai (l'odierna Rai 1), nell'ambito della prosa televisiva, con la regia di Ottavio Spadaro e la partecipazione di attori del calibro di Glauco Mauri, Nando Gazzolo e Tino Buazzelli.

Nel 1974 il dramma ebbe anche una trasposizione cinematografica diretta da Marcello Aliprandi ed interpretata da Franco Nero, Gabriele Ferzetti, Fernando Rey, Umberto D'Orsi e Martin Balsam.

Nel 2009 avviene la lettura a cura di Alberto Terrani all'Auditorium San Paolo di Macerata per lo Sferisterio Opera Festival.


https://it.wikipedia.org/wiki/Corruzione_al_Palazzo_di_giustizia_(dramma)


Storia del dramma in breve

In un immaginario, simbolico paese straniero, un certo Ludvi-pol, avventuriero e politicante, viene trovato cadavere in una stanza del palazzo di Giustizia; poiché le circostanze della sua morte non risultano chiare, e l’opinione pubblica sospetta colpevoli rapporti fra la sua morte ed altri fatti delittuosi avvenuti negli stessi giorni, viene aperta un’inchiesta fra il personale del tribunale e persino tra i giudici.

Dopo un primo sommario interrogatorio, i sospetti dell’inquisitore paiono concentrarsi sulla figura del vecchio presidente Vanan, il quale, da prima respinge con violenza ogni addebito ma, poco dopo, crolla in una crisi d’amarezza e di sconforto.

Grande è lo stupore dei colleghi; solo il giudice Cust, che è il vero colpevole, infierisce sul vecchio nel tentativo di eliminarlo per poterne prendere il posto, ma il suo collega e rivale Croz, che nutre la stessa ambizione, nonostante sappia di essere minato da un male implacabile, controlla attentamente le sue mosse.

Intanto il presidente Vanan, spronato dalla giovane figlia Elena, che crede nell’innocenza del padre, ha faticosamente preparato un memoriale di autodifesa; Elena stessa, dopo qualche giorno porta il plico al palazzo e lo vorrebbe consegnare nelle mani dell’inquisitore, ma Cust, intuendo che nel memoriale ci sono gravi prove contro di lui, glielo sottrae con astuzia, ed opera poi per convincerla della colpevolezza del padre e della generale, inevitabile corruzione degli uomini. Elena per un poco gli resiste ma poi, uscita dall’aula e vinta dallo sconforto, si getta nella tromba dell’ascensore, uccidendosi.

Cust, che si sente padrone della situazione, ha un attimo di debolezza con Croz, il quale, fingendosi morente, gli estorce una mezza confessione e si prepara a smascherarlo pubblicamente quando viene davvero colpito da collasso; allora, per un’estrema beffa ai colleghi e in dispregio di ogni giustizia, morendo si accusa del delitto.

Cust viene quindi nominato presidente ma, ora che ha vinto, si sente stremato, lo tormenta il pensiero della ragazza uccisasi, il rimorso di quell’innocenza distrutta non gli dà tregua, alla fine, prostrato, va a confessare i suoi crimini all’ Alto Revisore.

http://www.antoniosterpi.it/spettacoli-in-calendario/corruzione-al-palazzo-di-giustizia/


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